
I percorsi presentano un affascinante viaggio tra conoscenza, fede e
vivere quotidiano per raccontare Federico di Montefeltro, 1422-1482 e
Urbino nella sua stagione aurea, il Rinascimento.
La sede espositiva Oratorio della Grotta presenta una struttura costruita
su nuclei tematici portanti: SAPIENTIA, OTIUM, mentre al Museo
diocesano Albani sono presentati oggetti di committenza e di epoca
federiciana, che raccontano la PIETAS al tempo di Federico di
Montefeltro.
ingresso 5,00 euro
ridotto 3,50 euro
APERTO da lunedì a venerdì 10.00-13.00 / 14.00-17.30
sabato e domenica 10.00-13.00 / 14.00-18.00
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** Le sezioni tematiche Sapientia, Pietas e Otium sono parte della mostra Sapientia, Pietas et Otium al tempo di Federico di Montefeltro, 4 giugno-2 novembre, a cura di Davide Tonti Vicario Episcopale
per l’Arte e la Cultura Arcidiocesi Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado in collaborazione con ARS Urbino Ducale e Centro interdipartimentale di Studi Urbino e la Prospettiva, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo [quest’ultimo partecipa al progetto PANN20ô€€€00029 dal titolo «Alle radici dell’umanesimo scientifico. Valorizzazione con le tecnologie della realtà virtuale e aumentata delle macchine rappresentate nelle formelle del Palazzo Ducale di Urbino» assieme con Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani di Pesaro e l’ITIS Enrico Mattei di Urbino.]
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PROROGA FINO AL 2 Novembre 2022
La mostra a cura di Davide Tonti, Vicario Episcopale per l'Arte e la Cultura Arcidiocesi Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado, è realizzata in collaborazione con ARS Urbino Ducale e Centro interdipartimentale di Studi Urbino e la Prospettiva, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo [quest’ultimo partecipa al progetto PANN20_00029 dal titolo "Alle radici dell’umanesimo scientifico. Valorizzazione con le tecnologie della realtà virtuale e aumentata delle macchine rappresentate nelle formelle del Palazzo Ducale di Urbino" assieme con Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani di Pesaro e l'ITIS Enrico Mattei di Urbino].
L'esposizione presenta un affascinante percorso tra conoscenza, fede e vivere quotidiano per raccontare Federico di Montefeltro (1422-1482) e Urbino nella sua stagione aurea, il Rinascimento.
Le due sedi espositive Oratorio della Grotta e Museo diocesano Albani, presentano una struttura costruita su nuclei tematici portanti: SAPIENTIA, PIETAS, OTIUM.
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ORATORIO DELLA GROTTA
La mostra si apre con una riflessione sui segni ed i simboli che celebrano la signoria di Federico di Montefeltro e costruiscono quasi una dimensione di culto della sua persona, tracciando il programma stesso di pensiero e di azione del principe. Viene riprodotta a grandezza naturale, su tavola, la Pala Montefeltro (1472-1474) di Piero della Francesca, conservata a Brera con la rievocazione scenografica della leggendaria armatura del Duca, come nel dipinto. L’armatura è stata realizzata da Claudio Mazzoli, riconosciuto come l’artista di maggior rilievo nel panorama italiano del settore. Intorno all’armatura ci sono tutte le simbologie federiciane (emblemi, simboli araldici, bandiere, stendardi e rotelle d’armi) realizzate con tecniche di bottega del XV secolo, riprese dai trattati dell’epoca.
L’esposizione prosegue con una sezione dedicata all’otium rinascimentale, tempo di pace e di riflessione sul quale si costruisce il paradigma dell’azione politica del signore ed in cui si evoca l’atmosfera della vita quotidiana. Sono presenti rari oggetti ed utensili quattrocenteschi utilizzati nello scriptorium, nella cucina, nell’abbigliamento, con riferimenti iconografici ad opere d’arte nelle quali i maestri del passato hanno raccontato usi e moda. Non mancano poi i giochi dell’epoca, per grandi ed adulti, con i quali si usa la strategia, come sul campo di battaglia.
Il percorso della sala Sapientia intende mostrare il ruolo politico e civile della scienza all’interno del Ducato di Urbino. Infatti, secondo la visione di Federico di Montefeltro, le macchine dei bassorilievi non avevano solamente un ruolo estetico e decorativo, ma avevano la funzione di esibire e divulgare l’importanza e l’utilità delle applicazioni tecniche della scienza.
Il percorso fa rivivere al visitatore le macchine scolpite sulla facciata del Palazzo Ducale di Urbino mediante l’esposizione di fonti figurative, le rappresentazioni di macchine in realtà aumentata, le riproduzioni di alcuni bassorilievi e di alcuni rami incisi a bulino utilizzati per i disegni nell’importante volume di Francesco Bianchini, 1724. Il centro della sala è occupato dalla sega idraulica, ricostruzione, una delle 72 macchine dei bassorilievi: essa consente al visitatore
di toccare con mano e sperimentare il suo funzionamento. All’interno della sala è possibile sfogliare digitalmente il Codice Santini, un codice cinquecentesco contenente disegni di alcune macchine rappresentate sui bassorilievi. Sono esposti, inoltre, riproduzioni di cifrari rovereschi e di mappe cinque-seicentesche, quali simboli di inventiva e di applicazione della sapienza. In sala è esposta anche un’edizione cinquecentesca degli Elementi di Euclide (1509) curata dal frate matematico Luca Pacioli (1445-1517) assiduo frequentatore sin dal 1494 della corte urbinate.
L’edizione pacioliana degli Elementi rappresenta, al pari dei bassorilievi, un importante esempio di divulgazione della sapienza. Completa il percorso l’esposizione del volume In Mechanica Aristotelis problemata exercitationes (1621), un commento di Bernardino Baldi alle Questioni Meccaniche attribuite ad Aristotele o a un suo allievo.
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MUSEO DIOCESANO ALBANI
Il Museo Albani ospita la sezione della mostra dedicata alla pietas di Federico di Montefeltro e del tempo del principe, nel ricco percorso museale che si configura come uno dei più significativi musei d’arte della città di Urbino e del territorio, in un allestimento completamente rinnovato. La storia si delinea attraverso lettere originali di mano di Federico di Montefeltro, prima Conte e poi Duca, di Battista Sforza e di altri esponenti della corte, che ricostruiscono i rapporti tra la corte e la Chiesa, in uno spaccato vivo della storia e delle maggiori vicende del Ducato. Le lettere costituiscono un documento raro e prezioso, non solo per la conoscenza della politica ecclesiastica dei conti e dei duchi di Urbino, ma anche per la loro pratica di governo: il contatto quotidiano con la gente, la comprensione per le esigenze dei sudditi e la difesa delle loro ragioni anche di natura religiosa.
Oggetti di rara bellezza, manufatti realizzati da artisti che nella corte hanno lavorato o gravitato intorno al Principe, sono reliquiari in oro, argento e smalti, sculture per la devozione, come il
Crocifisso ligneo proveniente dalla Chiesa del Barco di Urbania o simboli di guerra pacificata dalla conoscenza, come il leggio in ottone rapinato da Volterra per la biblioteca del Duca.
Manoscritti raffinatissimi, decorati da Bartolomeo della Gatta e Giuliano Amadei negli anni settanta del Quattrocento, cantano la messa al suono dell’Umanesimo matematico, citando nelle miniature le prospettive di Piero della Francesca. Da menzionare anche le terracotte invetriate uscite dalla bottega fiorentina dei Della Robbia e espressione della diffusione dei linguaggio dei “toscani” nel territorio del Ducato.
L’opera degli artisti si piega alla retorica celebrativa del Signore che nell’oggettivazione del proprio potere, costruisce la forma dell’“imperio” e racconta il gusto eclettico di Federico che ha cercato nelle arti d’Europa il racconto della sua raffinatissima corte.
ingresso 5,00 euro
ridotto 3,50 euro
APERTO lunedì, sabato, domenica e festivi 10.00-13.00 / 14.00-17.30
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per le attività didattiche legate all mostra, cosulta la sezione DIDATTICA del sito web